
La relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti nella comunicazione col paziente
a cura di Carmela Donnarumma
“Innanzitutto dì a te stesso chi vuoi essere; poi fa’ ogni cosa di conseguenza”
Epitteto
A volte, essere un professionista della Salute è un’attività semplice, spontanea e immediata. Altre volte, però, la relazione col paziente (e/o coi suoi familiari) può essere critica e la cura può risentirne.
Accade con pazienti coi quali il professionista della salute fatica a comunicare, i pazienti sfiduciati, quelli che mettono in discussione il ruolo e il “potere” terapeutico di chi lo ricopre.
E’ critica la comunicazione coi pazienti che sembrano “disobbedire” al professionista della salute, che non seguono le prescrizioni, o che le seguono a modo proprio. Con questi pazienti l’atteggiamento del professionista della salute deve essere pensato e pianificato.
Il professionista della salute deve poter attingere a un repertorio di tattiche che migliorino la relazione per tutelare il paziente, la cura e se stesso, vediamone alcune insieme.
Quando due persone interagiscono generano un’atmosfera di reciproca influenza basata su meccanismi molto sottili ed a volte impalpabili. In questo modo creano un contesto che si modifica a seconda dell’andamento della comunicazione stessa. Questa, in ultima analisi, trova la sua radice proprio nel FEELING che gli interlocutori riescono a far nascere tra di loro, e dalla sintonia tra i vari livelli di comunicazione. Il feeling è la capacità di comprensione del mondo altrui, di condivisione e d’accettazione della sua percezione della realtà. A questo si aggiunge l’abilità di “creare” una nuova realtà comune che sia una buona integrazione delle due differenti realtà individuali.
Come facciamo a sapere se stiamo entrando in feeling con qualcuno o, al contrario, lo stiamo allontanando? Gli strumenti di cui ci possiamo avvalere sono la calibrazione, il ricalco e la guida.
CALIBRARE. Significa avere la capacità di porre l’attenzione sull’altro, osservandone la fisiologia in generale ed il modo di usare la voce. Attraverso la Calibrazione possiamo distinguere differenti stati mentali ed emotivi in cui si trova il nostro interlocutore. La conoscenza dei significati del suo comportamento e dei modi in cui si manifesta, ci pone nella condizione di decidere quale atteggiamento adottare nei suoi confronti, in relazione al raggiungimento dei nostri obiettivi. Calibrare significa anche avere quella particolare percezione del comportamento di una persona, per cui siamo in grado di stabilire se è a suo agio oppure no, se è nervosa o triste. Consiste anche nella capacità di capire i cambiamenti di comportamento rispetto ad uno standard abituale. Quest’ultima capacità si amplifica nei casi di persone che conosciamo da qualche tempo e con cui abbiamo una frequentazione consolidata.
Il RICALCO e la GUIDA. Avremo sicuramente notato che ci capita di entrare in una particolare sintonia con le persone che si esprimono in modo simile al nostro. Infatti, due individui che stanno vivendo uno scambio comunicativo soddisfacente, sperimentano un’inconsapevole sincronizzazione dei loro ritmi interni, sia a livello neurologico, sia a livello fisiologico. Il Ricalco consiste nell’adeguare i nostri registri comunicativi a quelli dell’interlocutore. Questo favorirà un gradimento da parte sua, dato che il nostro modo di comunicare è simile al suo.
Il risultato è che l’altro inconsapevolmente riceve un messaggio del tipo: “Ti capisco perché riesco ad entrare un po’ nel tuo mondo”. Se riusciremo in questo intento, allora saremo sulla strada giusta per instaurare un buon feeling.
Il ricalco è un’unica entità formata dalle stesse tre anime indissolubili che differenziamo come: Ricalco Verbale, Ricalco Para Verbale e Ricalco Non Verbale.
- Il Ricalco verbale è la capacità di adeguarsi al linguaggio del nostro interlocutore, rimandandogli parole e concetti che siano coerenti con quanto ha appena affermato e con la sua percezione dell’argomento trattato. Un ulteriore rinforzo è dato dal Ricalco sulle cosiddette “parole calde”, ossia quelle parole che nella sua mappa del mondo hanno un’importanza particolare. Dopo aver cominciato a “parlare” con lo stesso linguaggio del nostro interlocutore, noteremo come si sviluppi una specie di “magia”, in cui il feeling sembra ancora maggiore e la disponibilità reciproca cresce.
- Nel Ricalco Para Verbale rimandiamo all’altro le modalità espressive, cioè come viene espresso il linguaggio. Ci riferiamo al tono, al volume, al ritmo, alla velocità, alle pause… Le varie caratteristiche della nostra voce possono essere validi elementi di costruzione del feeling.
- Il Ricalco del Non-Verbale viene chiamato anche “Rispecchiamento” o “Mirroring” e consiste nel riprodurre la fisiologia, le posture ed i movimenti di chi ci sta di fronte, quasi come se fossimo di fronte ad uno specchio. Nel Ricalco Non Verbale il nostro corpo “parla” attraverso le sue componenti principali quali la gestualità, la mimica facciale, la prossemica, la respirazione, le posture. Riprodurre in maniera impercettibile i movimenti di una persona significa inviare al suo inconscio un messaggio del tipo: “Ti puoi fidare di me perché sono simile a te”.
È necessario ribadire che le tecniche sono utili ma non efficaci se disgiunte dalle qualità umane di chi ascolta. L’esperienza dell’ascolto e della presenza rende più nutriente il nostro modo di essere al mondo e di vivere le relazioni non soltanto professionali ma anche personali.