LA PAURA DI NON ESSERA ALL’ALTEZZA: COME AFFRONTARE IL SENSO DI INADEGUATEZZA CON NOI STESSI E CON GLI ALTRI

a cura di Veronica Pianigiani

“Mi chiedi qual è stato il mio più grande progresso? Ho cominciato a essere amico di me stesso”

Seneca

“Gli altri sono meglio di me” – “Ho paura” – “Non valgo nulla” – “Chissà cosa pensano di me” – “Non ce la farò mai” – “È stata solo fortuna” 

Queste sono solo alcune delle frasi che spesso molti di noi, professionisti della relazione di aiuto, si dicono o si sono detti all’inizio dell’attività lavorativa. Quando ci sentiamo insicuri e inadeguati rispetto a qualcosa o qualcuno, pensiamo che quello che stiamo facendo non è sufficiente, dunque non può funzionare e che gli altri sono sempre migliori di noi nel gestire una certa situazione. Può capitare di sentirsi inferiori ai colleghi, giudicati dai genitori (nel caso di professionisti che lavorano con l’età evolutiva) e non all’altezza nel lavoro con bambini, adolescenti e/o adulti con cui quotidianamente si tratta. 

 

Si chiama Sindrome dell’Impostore, quella sensazione di non essere mai bravi abbastanza e di non meritare i risultati ottenuti, riconducendo il proprio successo a cause esterne che non si possono controllare, come la fortuna, la gentilezza degli altri o addirittura un errore. Si tratta di una trappola mentale caratterizzata da paura, ansia, mancanza di autostima, senso di inadeguatezza, convinzione che chiunque avrebbe potuto o potrebbe fare meglio, insicurezza e paura del fallimento; una visione distorta, che funziona quasi come un pregiudizio. 

Le prime a parlarne furono due psicologhe americane, Pauline Clance e Suzanne Imes (1978) che identificarono il fenomeno in un gruppo di donne di successo e performanti, le quali tuttavia non si sentivano meritevoli del ruolo ricoperto. Successivamente è stato osservato come la sindrome dell’impostore si diffonda allo stesso modo tra uomini e donne, riguardando molto spesso persone colte e istruite che ricoprono ruoli in diversi settori, tra cui istruzione, assistenza sanitaria, contabilità, ecc. Sembrerebbe che circa il 70% della popolazione abbia sperimentato almeno una volta nella vita queste sensazioni. 

 

L’origine dell’insicurezza la si può ricercare nell’infanzia, nel rapporto con i propri genitori e con le prime esperienze di socializzazione con il gruppo dei pari che, se traumatiche, possono generare un senso di inadeguatezza. Una relazione che è importante prendere in considerazione è quella tra la fiducia e lo stile di attaccamento. Mary Ainsworth, riprendendo gli studi di Bowlby, definisce tre stili di attaccamento: sicuro, insicuro-ambivalente e insicuro-evitante. Il bambino ha il bisogno innato di sentirsi al sicuro; sebbene i genitori spesso facciano del loro meglio per dare amore ai propri figli, può accadere che nella mente di un bambino i comportamenti vengano interpretati in modo diverso. Se, ad esempio, un bambino si trova di fronte a reazioni poco confortanti dei genitori, si sentirà incompreso o rifiutato, penserà che non è sufficientemente bravo per ricevere un riconoscimento da loro e questa rappresentazione mentale inciderà in futuro sulla costruzione dell’immagine di sé, portandolo a dubitare del proprio valore e delle proprie capacità. 

Ecco, allora, alcune strategie per provare a superare queste difficoltà:  

  • Prova a capire da dove parte il senso di inadeguatezza, rifletti su come la tua infanzia e il tuo percorso abbiano influenzato la tua autostima e la tendenza a criticarti. 
  • Sviluppa la tua consapevolezza, prova ad entrare in contatto con quello che senti, le tue emozioni e sensazioni e ragiona sui comportamenti che metti in atto in quelle situazioni in cui ti senti inadeguato. 
  • Trasforma i tuoi pensieri e le tue credenze, sono loro che influenzano le tue emozioni e i tuoi comportamenti! Quando arrivano alla mente, prova ad annotare questi pensieri negativi su un foglio; poi chiediti quali prove concrete hai sul fatto che questi pensieri siano veri. Come puoi sostituirli per sentirti meglio? 
  • Pensa a tutta la strada che hai fatto e agli obiettivi che hai raggiunto finora. 
  • Dai il giusto peso ai giudizi degli altri. 
  • Impara a volerti bene, accetta i tuoi limiti e lavora su di essi attraverso i tuoi punti di forza. 
  • Eventuali errori servono per crescere, apprendere e fare esperienza: sbagliando si impara! 
  • Nei momenti di difficoltà, aiutati con il respiro praticando tecniche di rilassamento, come la mindfullness. 
  • Chiedi aiuto ad un professionista!